Le arti terapie per i bambini siriani vittime di guerra
Di Camilla Mele
Quello in Giordania nell’aprile/maggio 2018 è stato un viaggio verso luoghi per me mitologici.
Nomi che rievocavano canzoni e testi, spazi simbolici, diventati, nell’arco di 9 giorni, immagini che resteranno per sempre stampate nell’anima e nel cuore
Tutto sembra così familiare ed estraneo al tempo stesso. Il caos mediorientale mi fa sentire subito a casa, mentre scorgo dal finestrino palazzi di periferia anch’essi abituali alla vista. Meno consueta invece la vista dei campi profughi, delle vere e proprie città in mezzo al nulla.
Quando mi hanno chiesto di scrivere questo progetto mi hanno spiegato che i bambini avevano visto tante e tali atrocità da non riuscire più a sorridere, a parlare, né a relazionarsi con gli operatori umanitari i quali riferivano che tutti i bambini seguiti (dai 4/5 ai 13/14 anni di età) “volevano disegnare”.
L’incontro con le persone -bambini vittime di guerra e operatori umanitari, alcuni dei quali a loro volta fuggiti dalla Siria- è stato “amore a prima vista”.
Avevo ben presente la finalità del mio lavoro: integrare i traumi, sviluppare competenze nei bambini e negli operatori per affrontare la sofferenza dei bambini e delle loro famiglie facendo emergere le risorse individuali, famigliari e collettive. Ma come realizzarlo?
Ci sono bambini che nello spazio di pochi secondi hanno assistito alla completa distruzione delle proprie famiglie, case, quartieri, città rimanendo a loro volta mutilati nel fisico e nell’anima. Come ricucire le ferite profonde dell’anima che impediscono persino ai medici di avvicinare i bambini nel tentativo di curare le ferite fisiche più visibili come la perdita di una mano, di una gamba, di un braccio, di un piede? Di questo abbiamo parlato nei primi confronti in équipe.
Quando le parole sono inadeguate o le memorie dei traumi troppo dolorose per essere verbalizzate, l’arte offre uno strumento di comunicazione per esprimere sentimenti ed emozioni forti e, allo stesso tempo, attiva i processi necessari alla risoluzione dei problemi.
Ridurre la sofferenza dei bambini, ripristinare un senso di fiducia negli adulti e nel contesto di cura, questa la mia missione!
Gli interventi di arte terapia hanno offerto un'esperienza che ha dato forma e colore alle emozioni per rivivere, da protagonisti attivi e creativi, la propria esistenza al fine di attivare il processo di elaborazione di vissuti connessi agli eventi traumatici subiti. Ho previsto percorsi di 5 incontri settimanali che hanno avuto come protagonisti i bambini, gli adulti di riferimento e gli operatori che li assistono (in alcuni casi i soli adulti ad accudirli).
Il lavoro ha funzionato talmente bene che alcuni si sono persino dipinti parti del corpo e delle protesi.
Obiettivo finale è stato promuovere la creazione di una base comune come terreno sicuro da cui partire per ricostruire qualcosa di nuovo e collettivo, che corrispondesse alla metafora del luogo, individuale e collettivo, dove stare bene, attraverso un lavoro sui temi del giardino, della casa, del quartiere e della città.
Nel rappresentare graficamente un sentimento o un'idea, traducendoli in forma riconoscibile, i soggetti coinvolti li hanno collocati al di fuori di sé, e quindi hanno potuto successivamente entrare in relazione con essi come se fossero oggetti separati. Bambini, ragazzi e operatori hanno potuto così prendere le distanze dai propri traumi permettendo anche agli altri componenti del gruppo di assumere l’importantissimo ruolo di testimoni durante tutto il percorso.
Operatori e ragazzi sono stati rinforzati relativamente al personale successo formativo e ruolo sociale, anche grazie al miglioramento delle capacità espressive emerse nel confronto con diversi linguaggi artistici.
Tra gli elementi più significativi, oltre alla grande riconoscenza espressa attraverso regali di tipo artistico, è emerso il desiderio di ripetere l’esperienza e di aprire una “stanza per l’arte terapia” all’interno delle strutture mediche di fisioterapia e riabilitazione per poter proseguire il lavoro avviato. Per questo abbiamo bisogno di voi!
Ora il sogno è continuare a portare avanti questo progetto, confermare la nostra presenza in quel luogo speciale, continuare a dedicarci a questi bambini per dare loro la speranza in una vita ancora possibile.
Abbiamo ideato con i partner locali una seconda fase del progetto che includa nelle attività anche i familiari dei bambini per favorire la rielaborazione insieme dei vissuti tragici, comunicare in modo più felice, immaginare mondi insieme, sorridere alla vita ancora.
Chiediamo a chi ci legge di dare una mano concreta a questo progetto, di contribuire perché un contributo reale allo loro vita arrivi anche da chi nella nostra nazione forse non si è mai trovato in situazioni così estreme ma che può capire il dolore e la fatiche che crescere nella guerra può portare.
Abbiamo realizzato una presentazione dettagliata del progetto a disposizione di chi voglia approfondire le azioni specifiche che porteremo avanti.
Per ogni contatto ed informazione in merito al progetto ASSISTENZA AI BAMBINI SIRIANI VITTIME DELLA GUERRA del Centro Ortopedico Non Profit Paola Biocca, contattateci alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o alla mail personale Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.